
Ippocrate, padre fondatore della medicina occidentale e filosofo greco, della salute affermava: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”.
Ciò è possibile solo se si è consapevoli che non ci si può nutrire solo di cibo materico. Non è sufficiente che il cibo nutra il corpo: occorre che esso procuri soddisfazione a livello più interiore e profondo e che ci procuri piacere.
La nostra capacità di assimilazione del cibo dipende, oltre che da meccanismi di natura biologica, anche da meccanismi di natura psichica come l’umore di chi cucina e apparecchia la tavola o di chi si siede e mangia insieme a noi.
Inoltre continuando a considerare l’essere umano in modo integrato come un tutt’uno di “corpo e mente” dobbiamo esplorare altre dimensioni del nutrimento, per esempio quello relazionale che comprende l’amore, l’affetto, l’amicizia.
Dovremmo cercare di ripristinare questa visione olistica dell’alimentarsi, rifuggendo dalle spersonalizzazioni che ha avuto il cibo con l’avvento dei fast-food, mangiando in piedi, di corsa e in solitudine!
È nell’atto del cucinare per gli altri, e non per sé stessi, che la preparazione del cibo trova il suo più alto compimento, perché l’atto del cucinare perde la sua connotazione puramente fisica ed assume il carattere del sacrificio inteso nel senso più letterale del “rendere sacro”.
Cucinare il cibo in spirito di offerta ci collega intimamente al destinatario della nostra offerta. Se il cibo è stato preparato in modo eccellente, con amore, lo sarà per il donatore e per chi o riceve.
Il cibo è un messaggio che entra nel nostro corpo. Se ci nutriamo di un cibo che evita accuratamente ogni forma di violenza, il messaggio che riceviamo è di armonia con l’ordine cosmico-etico e l’esperienza che viviamo nel consumare quel cibo è appagante. Viceversa, se il cibo proviene da una violenza, la psiche non può sentirsi soddisfatta. Pensiamo ad esempio che si tratti di parte di un animale allevato in luoghi che infliggono grande sofferenza, come in genere succede. Quella sofferenza rimane dentro quel cibo, lo impregna, poiché è stata trasmessa dai neurotrasmettitori del cervello di quell’animale a tutte le componenti del suo corpo. Quindi il rapporto che abbiamo con il cibo sul piano etico è di gran lunga più importante di quello che intratteniamo sul piano fisico. E questo perché l’uomo non è costituito solo da un corpo fisico, ma anche da una struttura psichica e da una struttura etico-morale che lo sostiene.
Il messaggio che vorrei far passare, e che ognuno dovrebbe portare con sé, è di approcciarsi al cibo in maniera più consapevole e profonda, pensando che è nutrimento per il corpo ma anche per la mente, quindi cercare di fare scelte più consapevoli nel rispetto di sé e dell’ambiente che ci circonda, imparando ad utilizzare il cibo come offerta di amore, come dono per sé stessi e per gli altri.
Per prenotare una visita in studio o una consulenza online puoi contattarmi al numero 3408405543 tramite telefonata o messaggio su WhatsApp.
Le visite si svolgono presso il mio studio a Montecatini Terme (via Ugo Foscolo, 8/H) e presso la Palestra Athena di Empoli (Via Massimo d’Azeglio, 23).
Si può mangiare tutto, perché la varietà è un principio cardine di questo approccio. Di sicuro si prediligono i cibi ricchi di Jing (energia vitale), quindi i cibi genuini, di qualità, poco raffinati o processati. È possibile che, a seconda del tuo stato di salute, alcuni alimenti siano da limitare o eliminare (ad es. in caso di allergie, intolleranze ecc.).
Assolutamente sì. Tuttavia un piano alimentare basato sui princìpi dell’Alimentazione Energetica è sempre cucito sulla persona e tiene quindi in considerazione esigenze individuali e condizioni di salute specifiche.
Svolgo un’accurata anamnesi, eseguo un’analisi corporea completa e una valutazione del tuo stato energetico ed elaboro poi un piano alimentare volto al raggiungimento degli obiettivi. Per maggiori informazioni, contattami.
Perché è un approccio innovativo, ma al contempo fondato sulle antichissime radici della Medicina Tradizionale Cinese, medicina complementare (non alternativa!) riconosciuta ufficialmente anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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